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Il fiume Po
I nostri percorsi selezionati, per essere percorsi con le imbarcazioni sportive di nostro utilizzo (kayak, canoe aperte o canadesi, canoraft e raft rafting) sono compresi tra i paesi di S.Mauro Torinese e Casale Monferrato il cui tratto complessivo rappresenta a nostro avviso il più suggestivo esempio di naturalità di tutto il corso del fiume Po.
E' il corso spettacolare del grande fiume di pianura che separa le colline (del Torinese e del Monferrato) e la pianura tracciando un confine naturale.
Caretteristiche generali del Po
Principale fiume dell'Italia per lunghezza (652 km), estensione del bacino (74.970 Km² ) e importanza in generale. La sua complessa rete imbrifera interessa le regioni del Piemonte, della Lombardia, di parte dell'Emilia-Romagna e del Veneto, nonché del Canton Ticino in Svizzera. Il Po nasce dal versante occidentale del Monviso (prov. Cuneo), alimentato, oltre che dalle sorgenti di Piano del Re (2.020 m), da numerose altre vene d'acqua, e scorre con forte pendenza in direzione Ovest-Est fino a Revello, dove devia successivamente a Nord-Est e a nord, finché, superata Torino, piega definitivamente verso est. Nel primo tratto riceve come affluenti: la Varaita e la Maira e, proveniente dalle Alpi Cozie, la Dora Riparia. Poco prima di bagnare Torino, il Po inizia il lungo aggiramento del massiccio collinoso del Basso Monferrato, che si conclude alla confluenza del Tanaro. In questo tratto riceve, proveniente dalle Graie e dalle Pennine, la Dora Baltea e, dal massiccio del Rosa, la Sesia. Superato il grande arco del Monferrato, il Po risale leggermente verso Nord-Est e riceve il Ticino. All'estremità nord del contrafforte appenninico settentrionale, forma la strétta di Stradella, dove si svolsero varie battaglie decisive della storia antica e moderna. Dopo Stradella, l'Appennino e il Po divergono definitivamente e quest'ultimo continua il suo corso verso est fino a Cremona, dopo aver ricevuto il Trebbia all'altezza di Piacenza e l'Adda più oltre. Tra Viadana e Guastalla, dopo la confluenza di numerosi affluenti appenninici, tra i quali il Taro, sviluppa un'ampio meandro e svolta nuovamente a nord, ricevendo l'Oglio. Continua quindi verso est con una pendenza sempre più debole e con una larghezza media tra le arginature di 700-800 m, raccogliendo le acque del Mincio, della Secchia e del Panaro. A Sermide ritorna a sud formando, all'altezza di Pontelagoscuro, una nuova vasta ansa immediatamente a nord di Ferrara.
A Santa Maria in Punta, frazione di Ariano nel Polesine, ha inizio la ramificazione del delta: il Po di Maestra, il Po della Pila, il Po di Tolle, il Po della Gnocca, il Po di Goro costituiscono i cinque rami del fiume, che alimentano a loro volta quattordici bocche. I due rami mediani, Po della Pila e Po di Tolle, sono i più attivi. Il delta del Po, che ha una superficie di 400 km² circa, si espande sull'Adriatico al ritmo di 60-70 m l’anno. L'apparato del delta ha subìto profonde trasformazioni storiche, sia in seguito alle grandi piene e alla normale azione erosiva delle acque, accompagnata da fenomeni bradisismici, sia a causa delle grandi sistemazioni idrauliche operate nel passato, specie dalla Repubblica Veneta. |
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